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Parco Archeologico Palmintelli

Il Parco archeologico di Palmintelli è situato in una zona centralissima del capoluogo, a pochi metri dal viale della Regione. Il sito è venuto alla luce a seguito degli scavi condotti nel 1988.

Originariamente la zona su cui adesso sorge il parco ospitava un complesso funerario di tombe a grotticella risalente all’età del bronzo, di cui solo una è rimasta intatta. È tuttora ben visibile l’ingresso rettangolare della tomba, a pianta regolare e soffitto piatto, nella quale sono stati ritrovati diversi reperti archeologici, alcuni dei quali custoditi presso il Museo Archeologico di Caltanissetta.

Sito Archeologico di Sabucina

Il parco archeologico di Sabucina, sito sul monte omonimo, è tra i più importanti della Sicilia. Il villaggio originario ha sicuramente origini pregreche: fu, infatti, costruito dai Sicani, i quali sfruttarono l’agevole posizione del monte che domina l’intera vallata del Salso.

Il villaggio subì, in seguito, alcune ricostruzioni nell’VIII e nel V secolo a.C., per essere poi abbandonato sul finire del V secolo a.C.
Nella zona ai piedi della montagna, sono state rinvenute alcune tombe a grotticella, risalenti all’età del bronzo; altri importanti ritrovamenti furono quelli di una capanna adibita a santuario e quello del famoso sacello di Sabucina. È, questo, un modello in terracotta risalente al VI secolo a.C., trovato nei pressi della necropoli, che rappresenta un tempietto con pronao in antis, un tetto spiovente sormontato da due figure di cavalieri e con il basso timpano ornato da due maschere di tipo gorgonico.

La scoperta di questo sito archeologico è relativamente recente, infatti fu solo negli anni sessanta che venne intrapresa la prima campagna di scavi, guidata da Piero Orlandini, che condusse alla scoperta del villaggio capannicolo del Bronzo Tardo, risalente al XIII-X secolo a.C.; questa scoperta fu di straordinaria importanza, in quanto si trattò del primo villaggio di questo tipo individuato in Sicilia.

Sito Archeologico di Gibil-Gabib

A circa cinque chilometri dal capoluogo nisseno, su una collina dalla quale si domina il versante sud-orientale della valle del Salso è situato il parco archeologico di Gibil-Gabib. Il sito, costituito da tre piatteforme digradanti verso sud-est, fu sede di insediamenti preistorici indigeni e di età greca.

Gli scavi in quest’area furono iniziati alla metà dell’Ottocento e vennero ripresi con maggiore vigore negli anni cinquanta del secolo scorso, con le ricerche condotte da Dinu Adameşteanu. L’ultima, infine, risale al 1984. Proprio intorno alla metà del Novecento vennero portati alla luce alcuni ambienti risalenti al VI secolo a.C., parti della cinta muraria e alcuni oggetti di ceramica riferibile alla facies di Castelluccio Bronzo Tardo, mentre negli anni ottanta è stato riportato alla luce un vero torrione di difesa della metà del sesto secolo a.C. Tale scoperta si è rivelata di notevole importanza, poiché ha consentito di chiarire la destinazione delle cinte murarie rinvenute quasi trenta anni prima.

Dagli scavi presso gli ambienti sono stati rinvenuti vasi, oggetti di uso quotidiano, piatti e lucerne. Sono state inoltre ritrovate anche una statua di divinità fittile femminile e una testina fittile di offerente che testimoniano l’esistenza di vari spazi dedicati al culto ed alla venerazione nell’abitato. Ai piedi dell’altura si estendevano due necropoli da cui provengono i corredi con ceramica a figure rosse siceliota.

Museo archeologico

A partire dal 2006, ha sostituito il Museo civico, che si trovava nei pressi della stazione centrale. Ora è sito accanto all’abbazia di Santo Spirito, nell’omonima contrada, ospitato in un moderno stabile. Nel museo sono raccolti una gran numero di reperti archeologici relativi ai primi insediamenti nell’area della Valle del Salso e del territorio limitrofo. I siti da cui proviene la maggioranza delle testimonianze sono le necropoli di Mazzarino e i siti indigeni di Gibil Gabib e Sabucina, situati a pochi chilometri dal centro abitato di Caltanissetta. Essi erano posti su alture a controllo del fiume Salso, una delle principali vie di penetrazione commerciale e militare dell’antichità. Le collezioni, tra le più importanti della Sicilia, comprendono corredi, vasi attici decorati a figure rosse, utensili e manufatti di bronzo e di ceramica. Al suo interno è custodito il celebre Sacello di Sabucina.

Museo mineralogico

Ospitato all’interno dell’IISS “S. Mottura”, il museo, mediante l’esposizione di minerali (in particolare campioni di zolfo, rocce, fossili ed attrezzature specifiche) testimonia l’attività svolta in passato di sfruttamento delle varie miniere per l’estrazione dello zolfo presenti sul territorio nisseno. Sono inoltre esposti anche cartine geologiche e piani topografici delle zolfare. Presente anche una collezione di macrofossili, catalogati in ordine stratigrafico, dal periodoSiluriano al Quaternario.

Museo diocesano

Sito in Viale Regina Margherita, presso il Vescovado, ospita diverse collezioni, provenienti da molte chiese del territorio che offrono un’ottima testimonianza del fermento culturale degli artisti locali fra Seicento e Settecento. All’interno sono custoditi numerosi dipinti, vasi d’argento, paramenti sacri, arredi e preziosi codici miniati.

Galleria Moncada

La galleria è allestita in una vasta ala di Palazzo Moncada. Il museo al suo interno conserva diverse opere dello scultore nisseno Michele Tripisciano (quasi tutti realizzati in marmo) che furono donati dall’autore al Comune al momento della morte. La struttura ospita inoltre una sala interamente dedicata ai Moncada, antichi proprietari del nobile palazzo. Nella Galleria vengono frequentemente allestite esposizioni culturali estemporanee. Il museo è stato inaugurato nel 2010.