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Area Protetta Lago Soprano

Riparato dal centro abitato, il lago Soprano di Serradifalco (detto anche “Cuba” per le affinità di scenari con i paesaggi caraibici) e la zona circostante sono inseriti nel gruppo delle sette riserve naturali della provincia nissena.

Il lago è sito a poca distanza dall’abitato di Serradifalco, ha una superficie di 15 ha e una profondità massima di 2,5 metri.
Ha un notevole valore paesaggistico: sembra una gemma incastonata in un territorio arido e brullo su cui si staglia Serradifalco. Questo lago faceva parte di un insieme di zone umide costituite da un lago Soprano, posto a nord-est di Serradifalco (510 m s.l.m.), un lago Medio a nord-ovest (450 m s.l.m.) e un lago Sottano ad ovest (410 m s.l.m.). L’attuale lago corrisponde al vecchio lago Medio, anche se i locali intendono con tal nome il bacino di contrada Gazzana (il vecchio lago Soprano), distinto da quello del “Lago Sottano”. Entrambi i laghi sono da tempo sottoposti al vincolo di inedificabilità assoluta al fine di assicurare la tutela del loro valore paesaggistico. Questo è il risultato di un costante pressing delle associazioni ambientaliste, che dal 2000 hanno ottenuto il riconoscimento di area naturale protetta.

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La sua idrologia è particolare: non vi sono né immissari né emissari. Il lago risulta alimentato da una sorgente in superficie, da alcune sorgenti sotterranee e dalle acque meteoriche. Il bacino del lago, di forma ellittica e profondo al massimo circa due metri, è una dolina, cioè una cavità superficiale caratteristica dei terreni carsici prodotta dall’azione delle acque sul calcare.

L’origine del lago Soprano è piuttosto controversa ma due cartoline che raffigurano dei militari in barca sul lago inviate nel luglio del 1907 ne fanno risalire la formazione almeno ai primi anni del secolo.
La Riserva, istituita nel 2000 e gestita dalla Provincia regionale di Caltanissetta, nasce a protezione dell’omonimo lago. Lo specchio lacustre è impostato su calcari marnosi (detti Trubi) che segnano la fine del periodo messiniano ed il ritorno a condizioni di mare aperto. La sua origine, risalente all’inizio del secolo scorso, si deve a fenomeni di sprofondamento dei banchi rocciosi superficiali verificatisi a seguito dei processi di soluzione dei depositi evaporitici sottostanti (dolina).
In passato, sulle sponde di quest’area l’uomo ha convissuto sfruttando le acque: qualche residuo dell’antica usanza dei mulini ad acqua, è infatti rimasto.

La vicinanza all’abitato ha determinato, da una parte, l’elevato impatto dell’uomo sul lago, e dall’altra l’interesse per la sua tutela. Sul lago ricadono i vincoli idrogeologico e paesaggistico nonché il divieto di caccia.
Per le sue emergenze vegetazionali, la Società Botanica Italiana ha inserito il lago tra i biotopi di rilevante interesse vegetazionale e meritevoli di conservazione e dal Genio Civile nell’ elenco delle acque pubbliche.
Nel 1978, però, l’Amministrazione comunale ne decise la bonifica. Solo dopo anni di impegno le Associazioni ambientaliste, tra cui il WWF, sono riuscite ad impedirne la distruzione.
Nel 1985 la sezione WWF di Caltanissetta ha presentato una “Proposta di gestione della riserva naturale orientata del lago Soprano di Serradifalco” corredata da uno studio del biotopo molto dettagliato e da varie proposte pratiche. Una edizione ampliata è stata pubblicata nel Gennaio 1988.

Tra gli interventi suggeriti per salvaguardare il lago vi sono il ripristino paesaggistico, il mantenimento del livello idrico ed il ripristino dell’ ecosistema.
Oggi il lago rischia ancora di scomparire in quanto sono stati giustamente eliminati gli scarichi fognari ma non è stato fatto nulla per addurre a questo bacino lacustre l’acqua necessaria al suo mantenimento.
L’istituzione della riserva consentirà la salvaguardia del lago e la fruizione pubblica mediante capanni e sentieri naturalistici con un effetto positivo sull’economia locale.

Gli animali più numerosi sono la Folaga (Fulica atra) ed il Moriglione (Aythya ferina) che vi nidificano da anni.
Altri uccelli tipici degli ambienti lacustri e presenti al lago Soprano sono l’Alzavola (Anas crecca), la Gallinella d’acqua (Gallinula chloropus), il Tuffetto (Tachybaptus ruficollis) ed il più raro Svasso piccolo (Podiceps nigricollis).
Le zone fangose sono l’habitat preferito dai limicoli come la Pantana (Tringa nebularia), la Pittima reale (Limosa limosa), il Gambecchio (Chalidris minuta), i Piro-piro (Tryngites spp.).
Le canne ospitano i nidi di vari uccelli: la Cannaiola (Acrocephalus scirpaceus), l’Usignolo di fiume (Cettia cetti), il Tarabusino (Ixobrychus minutus), il Cannareccione (Acrocephalus arundinaceus) ed il Porciglione (Rallus aquaticus), così chiamato per il suo caratteristico richiamo simile ad un grugnito.

Oggi è più possibile, grazie al divieto di caccia, osservare Aironi cenerini (Ardea cinerea), Nitticore (Nycticorax nycticorax), Codoni (Anas acuta), Volpoche (Tadorna tadorna), Morette tabaccate (Aythya nyroca), Marzaiole (Anas querquedula) e Mestoloni (Spatula clypeata).
Sono occasionalmente presenti anche specie tipicamente marine come Gabbiani oppure rare come la Spatola (Platalea leucorodia).
L’area ospita le poche specie di mammiferi comunemente presenti nelle campagne circostanti come il Topo selvatico, il Pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus), la Donnola (Mustela nivalis), il Coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus), la Lepre appenninica (Lepus corsicanus) e la Volpe (Vulpes vulpes).

Nelle acque del lago nuota la Natrice dal collare (Natrix natrix) di un uniforme colore scuro con un “collare” bianco vicino al capo. Si nutre principalmente di Rane verdi (Rana esculenta s.l.) e Rospi (Bufo bufo). Se viene disturbata può fischiare e dare colpi con la bocca chiusa, morde raramente. A volte può fingersi morta rivoltandosi sul dorso con la lingua penzolante. Di notte si può facilmente scorgere il Geco o Tarantola muraiola (Tarentola mauritanica) che si nutre di insetti. Ha le dita munite di cuscinetti adesivi.
Nell’acqua vive la Testuggine palustre (Emys orbicularis), un rettile che, fino a qualche tempo fa, si riteneva non più presente.
Lungo le rive è possibile vedere il Grillotalpa (Gryllotalpa gryllotalpa), un ortottero con le zampe anteriori molto sviluppate ed adattate a scavare i cunicoli sotteranei dove si rifugia.

Le acque del lago ospitano anche una miriade di esseri microscopici: si tratta di uno degli aspetti meno conosciuti ma non per questo meno affascinante e degno di nota.

Il lago ospita varie specie ittiche, fra cui il persico (Perca pluviatilis) e la carpa (cyprinus carpio), insieme ad un ricco plancton dove prevalgono le dafnie (Daphnia ssp.), dette anche “pulci d’acqua” per il loro movimento a saltelli.
Nella riserva vivono anche altre specie legate all’ambiente acquatico come le rane verdi ed il rospo comune (Bufo bufo), fra gli anfibi, la biscia dal collare (Natrix natrix) e la tartaruga palustre (Emys orbicularis), fra i rettili.
Per i rettili viene segnalato nella riserva anche il geco comune (Tarentola mauritanica).

I mammiferi ospitati sono la volpe (Vulpes vulpes), la donnola (Mustela nivalis), il coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus), la lepre appenninica (Lepus corsicanus), il topo selvatico (Apodemus sylvaticus) ed il pipistrello nano (Pipistrellus pistrellus).

Nel lago vive la lenticchia d’acqua spugnosa (Lemna gibba), un’idrofita che galleggia nell’acqua con le foglie in superficie e le radici libere immerse, questa, a seconda del periodo, può coprire dal 20 al 100 % della superficie lacustre.
Intorno al lago si trova una fascia più esterna colonizzata dalla cannuccia di palude (Phragmites australis), dove nidificano varie specie di uccelli, ed una fascia a lisca maggiore (Thypha latifolia), una pianta erbacea alta fino a tre metri che presenta, fra giugno e luglio, due infiorescenze affusolate, sovrapposte le une alle altre.

In estate si evidenzia la presenza anche di altre specie vegetali come la menta poleggio (Mentha pulegium), l’eliotropio peloso (Heliotropium supinum) e il brignolo ovato (Crypsis schoenoides).
La flora del lago è continuamente danneggiata ed alterata dall’intervento umano. L’associazione vegetale prevalente è lo Scirpo-fragmiteto mediterraneo.

La specie più diffusa è la Cannuccia di palude (Phragmites australis) che costituisce la fascia più esterna. Si tratta di una pianta comune negli ambienti palustri. Il suo rizoma ha proprietà medicinali mentre il fusto può essere usato per imballaggi e stuoie. Ha la capacità di filtrare e depurare le acque. Forma delle macchie piuttosto fitte: un ottimo rifugio per la nidificazione di varie specie.
Segue la fascia a Lisca maggiore o Buda (Typha latifolia) la cui spiga femminile bruna, cilindrica e compatta è caratteristica ed è spesso utilizzata a scopi decorativi.
Sul lago galleggia la Lenticchia d’acqua spugnosa (Lemna gibba) che può arrivare a coprire dal 20 al 100% della superficie lacustre.
In estate si rileva la presenza del Glino-heliotropieto, un’altra associazione vegetale, che è caratterizzato dall’Eliotropio peloso (Heliotropium supinum), una Boraginacea dai fiori bianchi, dal Brignolo ovato (Crypsis schoenoides) e dalla Menta poleggio (Mentha pulegium). E’ un’associazione tipica dei bacini artificiali siciliani.